venerdì 24 giugno 2016

San Giovanni tra acqua e nocino

Non è facile parlare di San Giovanni e delle leggende e tradizioni legate a questa giornata. Non è facile perchè sono tantissime, variano da luogo a luogo, si riferiscono spesso a streghe, focheracci,  acque miracolose e altro. Per narrarle tutte  avrei terminato questo post per San Pietro e Paolo (29 giugno). Parlerò di quello che succedeva a casa mia ogni 24 giugno e che da qualche anno ho ripreso a fare io, la celebre "acqua di San Giovanni" e il nocino.

Quest'anno la ricorrenza, che è legata all'acqua e alla luce del Sole, ha un dipiù di affascinante perchè il Solstizio del 21 giugno ha "incrociato"  la Luna piena, evento che l'ultima volta si verificò nel nostro emisfero nel lontano 1967.
Prima di parlare di "acqua" e nocino, ricordiamo chi era Giovanni... "il 24 giugno, si celebra la nascita di San Giovanni Battista. Sono i Vangeli a dirci che era figlio di Zaccaria e di Elisabetta e che fu generato quando i genitori erano in tarda età. Mentre un giorno Zaccaria offriva incenso nel tempio, gli comparve l’Arcangelo Gabriele che gli disse “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita poiché sarà grande davanti al Signore”.
Giovanni, in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle acque del fiume Giordano coloro che accoglievano la sua parola, dando un battesimo di pentimento per la remissione dei peccati… da ciò il nome Battista che gli fu dato.
San Giovanni fu il primo santo a riconoscere Gesù come Maestro, egli già da tempo lo attendeva e parlava della Sua prossima venuta. Intanto si dedicava agli altri battezzando coloro che lo desiderassero per la purificazione e la rinascita dello spirito. Il suo servizio fu riconosciuto da Gesù che si recò da lui per ricevere il battesimo.
Da questo deriva il legame di San Giovanni con l’acqua (battesimo) e con la luce (capacità di visione). Quindi San Giovanni ha legami con l’acqua in qualità di veicolo del battesimo e con la luce intesa come capacità di visione." 

L'Acqua di San Giovanni
Un rituale probabilmente legato ad un  rito pagano poi cristianizzato che riconosce alla rugiada raccolta in questa notte particolari poteri. L’acqua di San Giovanni è appunto  un’acqua dove vengono lasciate in ammollo una serie di erbe e fiori. La bacinella contenete questi ingredienti viene messa fuori dall’uscio di casa o sul davanzale della finestra, sotto al cielo per l’intera notte di San Giovanni, così da contaminarsi con la “sacralità” di questa data e ricevere gli influssi benefici della “guazza” e delle stelle, mentre le streghe, buone o cattive, danzano e volano intorno alle nostre case
A cosa serve? Ovviamente non si conosce la natura profonda di questo rituale, ma probabilmente è legata alla benedizione della casa e dei suoi abitanti, un acqua benedetta con cui fare abluzioni al risveglio la mattina del 24.

Nella mia bacinella ho messo cedrina, assenzio, foglie del noce, papaveri, lavanda, erba medica, rose, malvone, menta, serpullo, fiori di ginestra, margherite, borragine, erba della Madonna, tarassaco e l'iperico o per essere più chiari "l'erba de San Giovanni"(Io:"Papà me coji l'iperico domani che faccio l'acqua de San Giovanni? Papà: "E che robb'è?".. Io: "L'erba di San Giovanni..." Papà:"Ah, va bene."). Spero di non aver dimenticato niente nella lista, ho colto fiori ed erbe che mi circondano, che in qualche maniera hanno a che fare con me e con le mie api. Proprio per questo ho aggiunto anche un pezzettino di favo con miele, preso da una mia arnia.


Nocino
Il pomeriggio tocca al liquore. La ricetta la portò a casa mia Don Ettore, ex frate d'Assisi e chissà adesso quale via del signore o no avrà preso.

La ricetta è semplicissima, però vi avverto: o lo amate o lo odiate, la gradazione alcoolica si fa sentire...
Prendere 24 noci e tagliarne ognuna in quattro parti, poi metterle dentro ad un litro d'alcool per trenta giorni, agiungere poi 10 chiodi di garofano e una stecca di cannella, altri dieci giorni di riposo poi filtrare e aggiungere uno sciroppo fatto con 250gr di zucchero e 25cl di acqua. Assaggiare per San Martino


Altre informazioni le trovate sul sempre valido "Greenme" e sul ternano "Carnefina"